Restauri a nuovo di Olivetti M1

 Olivetti M1 è la prima macchina da scrivere prodotta dalla Olivetti. La sua meccanica è tra le più complesse che siano mai state concepite per una macchina da scrivere manuale, se non la più complessa. L'Ing. Camillo Olivetti ha adottato soluzioni ingegnose al fine di poter ottenere un brevetto di proprietà esclusiva ed iniziare così in Italia una produzione autonoma di macchine per scrivere. In alternativa per utilizzare soluzioni meccanicamente più semplici (ed economiche) avrebbe dovuto pagare delle royalties poiché tutte le soluzioni più semplici erano ormai già state brevettate da altre case. Prima della Olivetti infatti furono brevettate e commercializzate una lunga serie di macchine a scrittura visibile moderne ed industriali, per citarne alcune: nel 1897 Underwood 1, nel 1900 Underwood 5, nel 1904 Continental e Stoewer, 1905 LC Smith, 1906 Royal, 1908 Remington n°10; nello stesso anno Triumph, poi Urania, Torpedo... Solo nel 1911 in occasione dell' Esposizione Internazionale di Torino, sarà presentata la Olivetti Modello Uno.

E fu così che la M1 nacque con un complesso cinematico basato sul manovellismo di spinta rotativo. La forza verticale applicata sul singolo tasto si trasforma in rotazione di alberi e viene amplificata da tre manovellismi fino al raggiungimento dell' asta porta caratteri. Questo complesso sistema poteva dare la sensazione di affaticare le dita della mano dell’utilizzatore, così su ogni singolo tasto venne montata una sospensione a molla, creando di fatto un cinematico ammortizzato che rendeva più comoda ed uniforme la scrittura. L'azionamento dello scappamento, unico nel suo genere, è indiretto rispetto alle aste e quadripartito. Lo scappamento come anche altre parti in movimento sono montate su cuscinetti a sfere libere fatti su misura.  L'alzo del rullo per attivare le maiuscole è molto complesso ed anche il meccanismo di selezione del colore non è da meno. Il gioco di tutti gli elementi della macchina a partire dal più remoto alberino fino ad arrivare a quello di ogni singola asta porta caratteri è finemente registrabile. Tutte queste enormi complicazioni ovviamente causarono un aumento considerevole del numero di componenti che vanno a plasmare la macchina da scrivere Olivetti M1, portando il totale alla vertiginosa cifra di circa 6.000 pezzi !

Le straordinarie finiture di un restauro a nuovo

Quali sono i passaggi di un restauro a nuovo?

 Si procede a smontare tavolo, tastiera, carrello, fianchi e tutti i meccanismi annessi a essi. Si avranno così smontati circa 3.000 pezzi portando a nudo il cinematico centrale. Se questo si presenta conservato ci si può fermare con lo smontaggio e iniziare a lavorare sui singoli pezzi. Se lo stato invece è pessimo si continua lo smontaggio fino ad avere in mano tutti i 6.000 pezzi di cui è composta la Olivetti M1. Le parti verniciate vengono fatte sabbiare e riverniciate in carrozzeria specializzata. Sulle parti nichelate invece ci sono due opzioni possibili in base alle condizioni di partenza della macchina: se non hanno ossidazioni profonde vengono lucidate a specchio e poi viene steso su di esse il protettivo trasparente, viceversa vengono spazzolate e poi portate in cromatura per ripristinare lo strato protettivo di nickel. I più attenti avranno notato che le macchine da scrivere con un restauro firmato Vescovo aventi parti ri-nichelate non presentano mai quel fastidioso effetto a buccia d'arancia che si vede ahimè nelle nichelature di molte macchine restaurate da altri. Il motivo sta nel fatto che la spazzolatura per la rimozione dell'ossido è un'operazione che se fatta bene impiega molto tempo, quindi i cromatori capita sovente che gettino le parti a cromare o nichelare solo dopo una blanda spazzolatura, che non toglie completamente tutte quelle imperfezioni causate dalla corrosione. Per prevenire il problema eseguo personalmente la spazzolatura, e poi porto i pezzi già puliti in cromatura. Dopo la nichelatura, alcuni pezzi si devono riprendere al tornio per eliminare il materiale in eccesso così da riportarli alla tolleranza di scorrimento ottimale. Alcune parti di meccanica particolari come le aste dei caratteri non si possono nichelare perché lo spessore del metallo apportato creerebbe problemi alla scrittura. Su queste parti quindi l'unica opzione è la lucidatura a specchio e stesura di protettivo trasparente. La meccanica viene lavata con tecnologia ad ultrasuoni con un sapone specifico per la rimozione di ossidi e poi risciacquata con petrolio lampante. Le decalcomanie vengono riprodotte in modo fedele, il tavolo viene restaurato nei minimi dettagli donando nuovamente la tonalità originale dell'essenza di cui è composto. Tutte le parti di gomma vengono ricostruite nuove: piedi di gomma, rullo principale, contro-rulli, supporti del tavolo, finecorsa dei tasti, finecorsa barra spaziatrice. Il rimontaggio dei fianchi sul cinematico centrale è particolarmente complesso e richiede una enorme pazienza, in secondo luogo anche il re-infilaggio dei perni dei tasti nella piastra a scalini frontale che li tiene in guida non è per niente facile. Terminato il rimontaggio si devono poi rifare tutte le micro-regolazioni di scrittura come l'alzo del nastro, gli allineamenti dei piani maiuscolo-minuscolo e molte altre tutt'altro che secondarie. Ed è così che al termine di questo lungo e difficile processo Vescovo Restauri riesce a consegnare ai propri clienti Olivetti M1 belle e perfettamente funzionanti come fossero nuove !

Perché è così complicato restaurare una M1?

 Al di là dei passaggi delicati che abbiamo visto in precedenza ci sono altre cose che rendono il lavoro a tratti folle, vediamone alcune tra tutte. Il rimontaggio di Olivetti M1 è come un labirinto, e cioè se sul carrello devi montare in ordine A, B, C, D ... N  ma invece non segui l'ordine e fai A, C, D ... N e ti trovi infine in mano B, non potrai montarlo! Sei allora costretto a smontare tutto a ritroso fino a poter inserire B e poi nuovamente rimontare nell'ordine. Un altro aspetto è quello della viteria: le misure sono metriche ma con passi americani, questo perché l'Ing. Camillo Olivetti aveva comprato i macchinari in America. Quindi se manca una vite, si perde o si rompe è impossibile trovarla in ferramenta! Va ricostruita al tornio perché non seguono nessuno standard, erano tutte fatte su misura. Come se non bastasse su M1 ci sono centinaia di tipi differenti di viti e bisogna sapere a memoria esattamente ogni tipo dove va impiegato perché anche qui se si sbaglia per il discorso "labirinto" di cui si parlava prima ci tocca poi andare a ritroso... Può sorgere al lettore la domanda: ma come fanno ad esserci centinaia di tipi diversi di viti?! Perché ci sono tanti usi e tante finiture; inoltre anche per lo stesso uso dove potrebbe andare bene la stessa vite che sporgerebbe solo di 2 mm in più del dovuto, no! È stata costruita quella apposta, 2mm più corta. Poi c'è il discorso delle finiture delle teste, ci sono viti identiche in tutto ma che una ha la testa lucida, mentre l'altra è più grezza presentando piccoli segni di tornitura. Queste sono meccanicamente intercambiabili ma il restauratore attento non deve sbagliare: quelle lucide vanno sui punti a vista, quelle più grezze invece in punti non in vista! Può sembrare assurdo ma è così, oggi costerebbe molto meno metterle tutte uguali dove possibile, ma nella Olivetti M1 invece ogni vite ha il suo posto studiato con precisione e per un motivo ben preciso.

Il Certificato di Collaudo della Olivetti M1

Restauro completato nel Novembre 2022, più di cento anni dopo la sua costruzione!