Vescovo Restauri è una azienda artigianale altamente specializzata che opera nel campo del restauro delle macchine da scrivere meccaniche di tutte le marche. Esperienza, passione, dedizione, unite all'uso di tecniche tradizionali e moderne in perfetta sinergia tra loro, garantiscono un’attenzione e una qualità dei lavori oggi rare a trovarsi. Ogni macchina da scrivere affidata viene così riconsegnata nelle vostre mani bella e perfettamente funzionante, con certificato di collaudo scritto, prezioso documento a garanzia del lavoro svolto.
Molteplici sono i processi e i macchinari utilizzati, che variano in base alla condizione iniziale della macchina ed al risultato finale che si vuole ottenere. Restauri esplicativi del lavoro svolto possono essere in primis quelli di Olivetti M1: la prima e più rinomata macchina per scrivere italiana. Considerato l'alto valore economico di questo modello, nei restauri di Olivetti M1 si curano i dettagli in maniera maniacale. Sono lavori impegnativi sotto tutti i punti di vista per via della complessità meccanica senza paragoni, unita all'estrema difficoltà nel trovare ricambi, che quindi devono essere ricostruiti alle macchine utensili. Altri lavori rappresentativi possono essere quelli svolti sulla Olivetti M20, anch'essa un modello dal restauro spesso impegnativo.
Sfogliando tra le pagine di questo sito internet, potrete apprezzare vari tipi di lavori: dal restauro totale che riporta la macchina da scrivere in condizioni sia meccaniche che estetiche realmente pari al nuovo; al restauro conservativo certamente più rispettoso della sua storia e del suo vissuto. In quest' ultimo tipo di restauro si riporta la vostra macchina da scrivere bella e perfettamente funzionante evitando metodi invasivi come ricromare o rinichelare o riverniciare a nuovo. Si preferisce spazzolare le parti arrugginite e stendere un protettivo trasparente che eviti la ri-ossidazione, vengono poi eseguiti ritocchi di vernice piuttosto che verniciare tutto a nuovo. Mantenendo così alcuni piccoli segni dello scorrere del tempo.
Le sue linee sinuose ed eleganti si uniscono in maniera perfetta ad una meccanica unica nel suo genere. Progettata dall'ingegnere Torinese Levi Alberto e prodotta dalla Soc. Anon. F.I.L.I.S. non ha trovato un grande successo commerciale. Dall'osservazione dei numeri di serie delle poche macchine oggi conosciute si stima la produzione sia stata di poco superiore al migliaio di pezzi ed è quindi a tutti gli effetti più rara rispetto ad una Olivetti M1. La Vescovo-Restauri ha curato il restauro conservativo completo di un esemplare di Hesperia riportandola all'antico splendore oltre che ad un perfetto funzionamento. Link all'articolo completo.
Come è nata la macchina da scrivere? Cosa l’ha portata dall’essere così costosa che potevano permettersela solo banche e grosse aziende ad essere compatta, leggera ed economica, tanto da entrare nelle nostre case e diventare inseparabile compagna di viaggio dello scrittore e del giornalista?
Ospite del Negozio storico Olivetti di Piazza San Marco, gestito dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) una serata magica passata tra la storia delle macchine da scrivere, imparando i principi di funzionamento, le parti principali, la variazione della produzione dapprima artigianale poi industriale, e tante altre curiosità. Infine grandi e piccini toccando con mano alcune macchine perfettamente funzionanti hanno riscoperto l’emozione e la bellezza di questa scrittura. Altri articoli.
E' considerata da molti scrittori la migliore portatile pre-1950. Solida, sobria, e si può anche definire in una certa misura fotogenica! Nella sezione "restauri" di questo sito web potrete leggere un nutrito articolo su di essa, corredato di molte foto ed una descrizione accurata delle sue caratteristiche meccaniche. Il lavoro è stato commissionato da un cliente Irlandese scrittore di professione e pertanto sono state adottate tutte le migliori accortezze possibili al fine di garantire una scrittura perfetta ed un'alta affidabilità. Link all'articolo completo.
Questa curiosa macchina da scrivere di fine '800 fu la prima ad essere prodotta in numero considerevole, e quindi in questo senso "industriale". La macchina è del tipo a scrittura cieca e cioè non si vede direttamente ciò che si sta scrivendo, salvo dover fermarsi ed alzare tutto il rullo e poi riabbassarlo per continuare la scrittura. La soluzione meccanica più rilevante del presente modello è l'introduzione per la prima volta nella storia del tasto delle maiuscole. Link all'articolo completo.
Un cinematismo geniale portò questa macchina da scrivere ad ottenere un discreto successo commerciale e la rese il prodotto con la miglior qualità di scrittura presente sul mercato per molti anni. L'idea del cinematismo a cavalletta presente su questa Yost fu applicato anche sulle macchine da scrivere successive a scrittura visibile di questa casa. Il restauro è stato impegnativo per la mancanza di alcuni componenti che si sono dovuti ricostruire basandosi su foto di altre Yost 1 e su elementi speculari presenti sulla macchina.
Macchine come questa sono tanto belle e ricercate dai collezionisti europei quanto introvabili sul nostro mercato. Affrontano un viaggio molto rischioso dall'America per arrivare in Italia, viaggio che a volte, come in questo caso, ha tragiche conseguenze: la macchina si presentava in condizioni di conservazione discrete ma il corriere l'aveva rotta in mille pezzi. Tuttavia sono riuscito tramite saldatura e lavorazioni meccaniche a renderla perfettamente funzionante.
La Fay Sholes è una meravigliosa macchina da scrivere americana a scrittura cieca dei primissimi anni del '900. Il restauro si è rivelato piuttosto complesso per via delle numerose e gravi rotture che presentava. Il principale punto di interesse collezionistico della macchina è il meccanismo delle maiuscole, primo nel suo genere, basato sullo spostamento del cestello dei caratteri e non del rullo come precedentemente aveva adottato nel 1879 Remington con la Mod. 2.
La Mignon AEG è una macchina che suscita sempre curiosità tra il pubblico quando viene esposta alle mostre. Il meccanismo all'interno è elementare: Il "pennino" che utilizza l'operatore per selezionare le lettere è collegato ad una cremagliera che imprime la rotazione al tampone, e ad una cerniera che permette il movimento lungo l'asse del tampone; due pettini con invito permettono il posizionamento esatto del tampone sui una serie di punti prestabiliti. I primi esemplari di mignon 2 vennero prodotti anche in una versione con colorazione rossa. E' questa una variante molto rara e si differenzia oltre che per il colore sgargiante anche per altri piccoli dettagli come la punzonatura ad asola al centro del poggiafoglio al fine di evitare che riponendola in valigia il tampone ammaccasse la lamiera.