INVICTA 60 prodotta dalla "Società Anonima Invicta - Torino" venne immessa sul mercato nel 1936 ed è una macchina da scrivere semplice, sobria, funzionale, robusta. Si posiziona nel segmento delle ''Standard'', nasce come concorrente della Olivetti M40 ma sia come finiture che come soluzioni meccaniche non ne risulta all'altezza. In quanto al funzionamento funziona piuttosto bene, però alla prova di scrittura non è capace di donare grandi emozioni: la sensazione sulle dita ed acustica che produce il cinematico è simile a quella di una Underwood N°5. Il carrello invece è decisamente più qualitativo: monta su guide di ghisa con scorrimento a rulli, questo ed altre soluzioni adottale lo rendono piuttosto piacevole da operare. Probabilmente deve essere stato studiato un giusto compromesso tra semplicità di produzione ed affidabilità, così da garantire il miglior prezzo per una macchina che fosse funzionale e duratura, senza fronzoli. La concorrenza con Olivetti M40 non durò a lungo in quanto la Invicta venne acquisita dalla Olivetti nel 1938, che ne dismise definitivamente sia produzione che marchio nel 1950.
Saldare la ghisa è una operazione tutt'altro che semplice, tanto che solo pochi saldatori la sanno eseguire a regola d'arte. E quando come in questo caso la rottura è sulle guide di scorrimento... ci vuole una attenzione ancora maggiore! Vanno fissati due tondi ben rettilinei tramite morsetti sulle superfici rettificate in modo da tenere collineari a due a due le quattro superfici venutesi a creare con la rottura. È consigliabile fare una piccola preparazione a v su entrambi i lati. La ghisa va poi scaldata con una torcia a gas e successivamente con saldatrice Tig si effettua il riporto. Il cordone si può eventualmente molare, ma in casi come questo in cui l'elemento non è particolarmente in vista è preferibile non farlo a favore di una resistenza meccanica nettamente superiore. La parte così riparata è stata in seguito verniciata. Le superfici delle guide vengono lisciate con una pietra rettangolare e controllate con un riscontro bisellato. Se la geometria è buona si può rimontare, altrimenti va portato in centro rettifica per riportare la superficie perfetta come un tempo.
Un lavaggio della meccanica con solvente, nello specifico petrolio lampante, è indispensabile prima di procedere con l'oliatura meticolosa dei meccanismi. Infatti solamente togliendo tutto l'olio ed il grasso vecchi, l'olio nuovo potrà avere e mantenere a lungo le sue corrette proprietà lubrificanti. L'olio ed il grasso nuovi andranno aggiunti solo sui punti specificamente dedicati e non spruzzati dappertutto. Per questo, per proteggere i trattamenti galvanici interni delle aste dalla ossidazione, è opportuno avere in soluzione con il solvente un 8% di olio paraffinico. Questo olio produrrà un velo che proteggerà dall'ossidazione, una volta evaporato il solvente.
La verniciatura di questo esemplare si presentava di tipo misto: la maggior parte delle componentistiche aveva una vernice nera goffrata, mentre altre avevano una vernice nera opaca liscia. Il restauro della vernice goffrata quando questa è saltata è particolarmente problematico. Ci sono delle procedure artigianali per ottenere un risultato simile, accettabile, su zone non troppo estese. Per quanto riguarda la parte di vernice sana, per ridare splendore a tale finitura è indispensabile spruzzare su uno spazzolino da denti a setola dura uno sgrassatore a base acquosa e spazzolare a cerchio minuziosamente producendo abbondante schiuma, asciugare, e ripetere fintanto che la schiuma non sarà più colorata dallo sporco. Solo così è possibile liberare le porosità dallo sporco. Successivamente dopo l'asciugatura, si procederà a stendere una mano di olio protettivo "Sintoflon Restore", con un anno in microfibra. L'effetto sarà bellissimo!